DUSTY NIGHT SONG

Dusty Night Song

Un racconto notturno, una strada percorsa da animali, uno sguardo indifferente verso un territorio senza alcuna importanza.

Un progetto fotografico a cura di Anna Messere.

 

Luogo di passaggio antropizzato e selvaggio, il terzo paesaggio è un luogo indefinito, dai confini labili in cui coesistono ambienti differenti. 

Il progetto fotografico si compone di immagini rubate al paesaggio attraverso una fototrappola installata su sentieri trovati nella vegetazione vicino ai centri abitati, alle strade e alle case, proprio in quel luogo di confine descritto da Gilles Clement come “una serie di luoghi non progettati, indecisi, privi di una funzione precisa a cui non è possibile attribuire un nome specifico. Questi luoghi sono situati al margine di boschi, strade, fiumi; possono essere di dimensioni modeste (bordo di un campo, margine di una strada), o più estesi (terreno abbandonato dopo lo sfruttamento). Questi frammenti non hanno niente in comune fra loro, se non il fatto di essere un rifugio per la diversità; essi costituiscono il Terzo Paesaggio”.

All’incirca un anno fa mi sono ritrovata a trascorrere molto tempo nella campagna abruzzese, a casa dei miei genitori, nella provincia desolata. Avendo molto tempo a disposizione ho deciso di incamminarmi verso i boschi che circondano la casa. Giorno dopo giorno ho iniziato a notare che il paesaggio che avevo sempre visto come desolante era in effetti pieno di vita. Le impronte, i sentieri che si diramavano all’interno di rovi e nella vegetazione fitta mi facevano immaginare un mondo notturno abbastanza frenetico e che avrei voluto vedere. Ho iniziato a immaginare a tutto ciò che era evidentemente nascosto ai miei occhi durante le passeggiate giornaliere ma che avrei potuto vedere  solo nascondendomi e aspettando la notte. Non avendo la pazienza necessaria per affrontare questa missione ho chiesto soccorso alla fotografia. Ho collocato una macchina fotografica con sensore, una comune fototrappola utilizzata solitamente nel campo della caccia su rami e alberi in modo da catturare qualcosa. Il primo risultato è stato sorprendente, la fotografia di un lupo che passeggiava tranquillo a 100 metri dalla casa dei miei genitori, vicino a strade di passaggio, alle due di notte.  Il semplice fatto di riuscire a vedere tutto quel passaggio di animali di ogni specie mi riempiva di stupore e fascino. Nelle fotografie gli animali sono ripresi nella loro abitudine ma riescono a capire che c’è una intrusione, quando la fototrappola scatta capita molto spesso che si voltino per guardare in camera, i loro occhi rifrangono la luce e diventano bianchi rendendoli quasi dei personaggi fantasmagorici e creando una vaga atmosfera di mistero. Tutti gli animali sono stati fotografati in zone vicine al mondo umano, centri abitati, strade, zone dismesse. Queste immagini ci fanno pensare che il mondo antropizzato e quello naturale non sono delimitati da confini stabiliti ma che si sovrappongono e che sono in movimento costante.

https://www.annamessere.org