La buona educazione degli oppressi, piccola storia del decoro. di Wolf Bukowski (ed.Alegre 2019)

La buona educazione degli oppressi, piccola storia del decoro.
di Wolf Bukowski (ed.Alegre 2019)
L’autore ne parla con Giulia Fabini (UniBo)
Venerdì 24 maggio ore 18.30

È in corso da anni una guerra, combattuta tra le strade delle città, contro poveri, migranti, movimenti di protesta e marginalità sociali. Le sue armi sono decoro e sicurezza, categorie diventate centrali nella politica ma fatte della sostanza di cui son fatti i miti: Furio Jesi chiamava idee senza parole gli artifici retorici di questo tipo, con cui la cultura di destra vagheggia fantomatici «bei tempi andati» di una società armoniosa. Lo scopo è cancellare ogni riferimento di classe per delimitare un dentro e un fuori, in cui il conflitto non è tra sfruttati e sfruttatori ma tra noi e loro, gli esclusi, che nel neoliberismo competitivo da vittime diventano colpevoli: povero è chi non si è meritato la ricchezza. Il mendicante che chiede l’elemosina, il lavavetri ai semafori, il venditore ambulante, il rovistatore di cassonetti, dipinti come minacce al quieto vivere.
I dati smentiscono ogni affermazione ma non importa, la percezione conta più dei fatti: facendo appello a emozioni forti, come la paura, o semplificazioni estreme, come il «non ci sono i soldi» per le politiche sociali, lo scopo delle campagne securitarie diventa suscitare misure repressive per instillare paure e senso di minaccia. A essere perseguita non è la sicurezza sociale, di welfare e diritti, ma quella che dietro la sacra retorica del decoro assicura solo la difesa del privilegio. Sotto la maschera del bello vi è il ghigno della messa a reddito: garantire profitti e rendite tramite gentrificazione, turistificazione, cementificazione, foodificazione.
Wolf Bukowski ripercorre come l’adesione della sinistra a questi dogmi ha spalancato le porte all’egemonia della destra. Una perlustrazione dell’«abisso in cui, nel nome del decoro e di una versione pervertita della sicurezza, ci sono fioriere che contano come, e forse più, delle vite umane».

Perché sdraiarsi su una panchina sarebbe indecoroso e incivile? Perché una persona civilizzata non lo farebbe. Perché una persona civilizzata non lo farebbe? Perché è indecoroso e incivile. Tutte le apparenti spiegazioni si alimentano (e quindi si annullano) a vicenda, e il residuo che lasciano è solo la sagoma del noi che si arroga il diritto di scacciare loro, gli altri.

Autore
Wolf Bukowski è guest blogger del sito dei Wu Ming, Giap, collabora con Internazionale ed è autore per Alegre di La danza delle mozzarelle (2015) e La santa crociata del porco (2017).

CTONIOPHONIE

CTONIOPHONIE

performance di Nicola Amato e 52-Hearts Whale

 

Domenica 26 ore 17.00

CTONIOPHONIE è una performance di Nicola Amato e Jacopo Mittino basata sul concetto di segno e forma, interconnessa con suoni sotterranei (da qui ctoniophonie) ricreati dall’uso di strumenti non prettamente musicali.
Lo spazio, che assume il ruolo principale di paesaggio sonoro, viene scandito da due lastre di alluminio e una chitarra appese al soffitto, strumenti che, contemporaneamente assumeranno ruoli ora musicali ed ora installativi, verrano suonate come fossero percussioni, sia dagli artisti che dal pubblico (che verrà coinvolto direttamente nell’azione, da qui l’abbattimento della parete “artista attivo/spettatore passivo”). Le lastre saranno trattate con un processo di patinatura\affumicatura, in modo che ogni gesto verrà come impresso sulla superficie facendo saltare la patina e rivelando così la vera natura di quell’elemento. Visivamente assisteremo alla realizzazione di un’opera astratta, gestuale e collettiva. Ogni gesto, con le sue dinamiche sonore, verrà campionato e rielaborato in modo da rientrare nei vortici sonori presenti nello spazio: il silenzio mormorante iniziale verrà così scardinato da quei gesti, quelle azioni che adesso sono tumulti, accenti, rumori. Da qui si formerà un crescendo e, successivamente, un’interruzione improvvisa che coinciderà con la fine della performance. L’utilizzo del “noise” come forma astratta di composizione, che dai più può essere percepito come mero rumore, ha l’obiettivo di demolire la nostra percezione su ciò che è considerato musicale e ciò che non lo è, ricollocandoci in un immaginario primordiale e onirico, avvolgente ma allo stesso tempo conturbante e destabilizzante. E’ così svelata la vera essenza del noise: la funzione apotropaica che ci priva delle nostre maschere sociali, dalle costrizioni che perpetuiamo ogni giorno. Distruggendo ogni qualsivoglia precetto sociale, l’individuo prenderà coscienza dei propri confini corporei più schietti e veritieri, collocando lo stato di coscienza su di un livello più basso da quello richiesto socialmente ogni giorno.

Radio Donna – Intervento sonoro

BACK FROM THE STAKE – Against fascist attack

Progetto multimediale realizzato da Padiy, Paola Paganhate, musicista, illustratrice e femminista.

Il lavoro rievoca un momento tragico del movimento storico femminista italiano, avvenuto il 9 Gennaio del 1979: all’interno di Radio Città Futura di Roma, durante la diretta del collettivo femminista Radio Donna, una squadra di NAR armati fecero irruzione nella sede lanciando due bombe incendiarie, sparando diversi colpi di pistola e colpendo una militante ferendola sul ventre con ben cinque proiettili.

Il progetto si sviluppa da un lato in maniera visiva, con la rielaborazione della vecchia locandina di Radio Città Donna, una linoleografia realizzata da Padiy in due colori su tela di cotone con un dettaglio ricamato, riprodotta in serie limitata. Dall’altra in maniera sonora un’audiocassetta, incisa dall’etichetta diy TFTD di Bologna, con all’interno un multilivello sonoro che scorre sulla voce di una delle testimoni dell’accaduto del ‘79 mentre racconta il sopruso fascista, su cui si inserisce una traccia drone elaborata da Nàresh Ran. Nel fondo la voce di Padiy, e poi Tonto (Francesco Zedde) che chiude e mixxa la traccia.

Intervento sonoro live di Padiy, Francesco Zedde e Fikatoy   ////   set musicale e performativo fatto di sintetizzatori, radio e microfoni.

https://padiy.bandcamp.com/releases

VODKA & TENA LADY

VODKA & TENA LADY

Sala Ciclofficina

Durante la tre giorni verrà presentata la Parte audio-visiva del progetto artistico V&TL.

 

Prima di essere un progetto artistico V&TL è un atto performativo terapeutico, casalingo e quotidiano, cui Gioia Maini e nonna Giulia hanno dato corpo su Instagram dal 2010. Come in un diario multimediale di convivenza, vengono messi in scena brevi sketch in cui le due protagoniste si fanno beffa di ruoli sociali e di genere salutando festosamente l’estinzione del concetto di conflitto generazionale.
 Dopo la morte della nonna, Gioia prosegue con forza il lavoro trasformandolo in un solenne omaggio all’amata matriarca. Veste i panni che un tempo erano stati della nonna diventando soggetto di scatti sospesi tra il macabro, il grottesco e la fotografia di moda. In questi travestimenti l’oggetto cambia funzione e il gioco si fa esplicito.


In un’epoca in cui il capitalismo ha portato al trionfo di inumani egoismi senza rimorso, il lavoro di Gioia Maini svela una verità universale potente e rivoluzionaria: prendersi cura dell’altro è oggi la scelta più radicale e anticonformista che sia concesso fare.

https://www.instagram.com/vodka_and_tenalady/

  • Gioia Maini (Bologna, 1982) nasce in un ambiente ricco di stimoli artistici; disegna, cuce e fotografa fin da piccola. Si iscrive all’Istituto d’Arte di Bologna e prosegue la formazione in Design industriale a Firenze. Nel 2005 si trasferisce a Barcellona, dove vive per nove anni. Frequenta il master in Design dei Costumi per il teatro e le arti visive e lavora come costumista in produzioni cinematografiche e teatrali. Nel 2012 lancia una linea di scarpe che porta il suo nome e che promuove tra Barcellona, Londra e Parigi. Rientra in Italia per prendersi cura dell’anziana nonna. Da questa strana convivenza nasce Vodka & Tena Lady.

La mostra completa è composta anche dalle foto “post-mortem”, curata da Matilde Piazzi (http://piedaterrestudio.it/portfolio_page/vodka-tena-lady/).

CALL 2019

 

CALL Olé – Oltre l’editoria 3

REBUS

Abbiamo mai letto un’immagine? Ci siamo mai sorprese quando ciò che vedevamo comunicava qualcos’altro rispetto alla sua forma? 
Siamo giornalmente circondati da un linguaggio mediatico violento, in cui spesso forma e contenuto collassano su loro stessi smascherando la vacuità di entrambi. 
Di fronte a messaggi che si limitano al botta e risposta e alla riduzione della complessità in un “pro” e “contro”, sentiamo di essere altro, vogliamo dire altro e sappiamo farlo in un altro modo.
In questi anni abbiamo dato spazio alle autoproduzioni per parlare di sé, ma crediamo fortemente che siano il mezzo con cui é possibile far circolare un messaggio, un’idea, un’azione dal basso.
Lo strumento é motore di azioni multiple. Scateniamole!
In un mondo che costringe alla binarietà del pensiero e alla semplicistica scelta tra “opzione 1” e “opzione 2”, la nostra risposta é OLÉ 3: verso modi terzi di comunicare. 
Come raccontare la realtà quando la sua interpretazione è dominata da un linguaggio superficiale, vittima di semplificazioni e banalità?
Vogliamo provare a farlo insieme, attraverso un linguaggio laterale tutto da indagare, tra il gioco e l’enigma, la parola e l’immagine.
Non basta leggere un messaggio per averlo compreso, non bastano le parole per comunicare.
Questo è REBUS, e ciò che diciamo è nascosto in un disegno che può sembrare tutt’altro!
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Informazioni pratiche

La partecipazione con o senza stand è gratuita, non è richiesto alcun contributo economico e nessuna percentuale o altro su eventuali incassi.

Il festival si terrà nello spazio sociale autogestito XM24, via Fioravanti 24 – Bologna, nei giorni 24-25-26 maggio 2019.

Venerdì 24 dalle 17:00 alle 2:00;
sabato 25 dalle 14:00 alle 1:00;
domenica 26 dalle 12:00 alle 19:00.

Orari di chiusura flessibili per espositori, liberi di restare o di smontare prima.
Come ogni anno la call di Olè è aperta e non selettiva, ci permettiamo di fare una scelta solo per esporre autoproduzioni che restino nell’ambito del festival (quindi stampa, illustrazione, editoria, zines…).
Iscriversi è semplice, basta inviare una mail a xmole@oziosi.org con una breve presentazione del progetto e/o un link/immagini di riferimento da poter inserire sul sito (massimo 20MB). Per aiutarci nell’organizzazione, vi chiediamo di dare l’adesione ENTRO L’8 MAGGIO dicendoci:

nome singolo/collettivo

e-mail

cell

sito / blog/ file (qualcosa che ci faccia capire ciò che sarà il tuo banchetto)

breve presentazione (max.500 battute)

hai bisogno di un banchetto ?
(siamo uno spazio autogestito, daje autogestiamoci insieme! A Xm c’è illuminazione anche la sera, ma se hai bisogno di lampade e prolunghe è meglio portarle con te!)

Quest’anno vorremmo dare maggiore spazio anche all’editoria in un area dedicata esclusivamente ad essa, pertanto se sei un’editrice/editore non esitare a contattarci!
…………………….
Per maggiori informazioni, richieste o altre eventuali proposte, contattateci a xmole@oziosi.org

IL BANDO…LO DELLA MATASSA

IL BANDO…LO DELLA MATASSA

Ci siamo salutati a Maggio parlando di disloco/this-loco, eravamo qui e ovunque, ora e mai, riluttanti nei confronti di ogni confine. Oggi più che mai, come Olè e come Xm24, siamo fieri di essere indefinibili per chi vorrebbe chiudere in gabbia tutto ciò che sfugge alle logiche dominanti, tutto ciò che non si può controllare perchè in continua liberazione!
Ecco a voi il comunicato che spiega perchè non ci piacciono i recinti, le gabbie, i muri, i concorsi competitivi e altre cose estremamente noiose che proprio non ci si addicono.
Iniziamo dalla realtà dei fatti. Da sedici anni Xm24 esiste come presidio sociale e solidale in Bolognina, attraversato ogni giorno da decine e decine di persone che ne confermano la necessità: non serve un bando per legittimare la nostra esistenza, sono le nostre stesse attività come spazio pubblico autogestito a farlo.
Da due anni a questa parte assistiamo basiti a dichiarazioni incredibili da parte della giunta comunale sul futuro di Xm24: dalla proposta di una caserma dei Carabinieri (smentita dallo stesso Ministero dell’Interno), passando per quella della Casa della Cultura (negata dagli stessi scrittori), quella dell’associazionismo, della disabilità.
Pochi giorni fa è spuntata l’ultima (per ora)ipotesi: il comparto di Xm24 sarà destinato alla realizzazione di case popolari! Chi potrebbe opporsi ad un così nobile fine!?
Certo però, ci vuole del fegato a pensare di trasformare ad uso abitativo un immobile, posto sotto tutela perché di interesse storico, praticamente senza finestre per tre lati, costruito in spesso cemento armato e diviso in piccole stanze; struttura funzionale per le esigenze di un ex-mercato cittadino. Situato in via Fioravanti 24, proprio nel mezzo tra il fallimento dei faraonici progetti speculativi della Trilogia Navile (in cui i tanto sbandierati interventi di edilizia abitativa popolare, calmierata e protetta, son ben lungi dal vedere conclusione) e l’immobile Acer all’angolo tra via Barbieri e via Fioravanti, praticamente ultimato da anni e nonostante questo ancora vuoto e chiuso. Il tutto a pochi passi dall’Ex-Telecom, in procinto di divenire Student Hotel, “grazie” ad uno sgombero simbolo dell’incapacità e della spietatezza politica cittadina nel gestire l’emergenza abitativa.
Inoltre è importante ricordare come perfino l’esperienza del Laboratorio Bolognina, promossa dal Comune, conclusasi appena un anno fa, aveva registrato la volontà comune, da parte dei cittadini e delle associazioni del quartiere coinvolte, di destinare gli spazi di Xm24 in qualunque caso, sempre e solo ad un uso sociale: che le innumerevoli attività che si svolgono giornalmente all’interno di Xm24, autogestite libere gratuite accessibili a tutti, corrispondano già ad un’idea di uso sociale dello spazio, a noi pare evidente (e a dire il vero pare evidente anche a chi, in malafede, in modo strumentale, vuole dividere attività buone da altre presunte cattive).
La nuova presa di posizione del sindaco di fatto cancella gli incontri di questo Laboratorio, cancella gli incontri che avevamo avuto precedentemente con esponenti della giunta comunale e cancella, quindi, l’operato di figure appartenenti alla sua stessa parte politica. Come è possibile interfacciarsi ad un interlocutore che cambia continuamente volto e opinione? Xm24 negli anni non si è mai sottratto al confronto e continua ad essere disponibile.
A detta del sindaco, “persone e associazioni che fanno cose utili” all’interno di Xm24,  potrebbero partecipare ad un bando per l’assegnazione di uno spazio. Ci teniamo a ribadire alcune questioni in proposito. In una città e in uno stato che hanno fatto degli sgomberi, dei daspo, del decoro, dei decreti Minniti e Salvini i loro unici argomenti, Xm24 è uno Spazio in liberazione condiviso tra quante questi dispositivi vogliono combatterli e distruggerli. Xm24 non può essere messa a bando perchè sfugge alle definizioni e perchè non esistono strumenti adeguati a descriverla, a partire dal presupposto fondamentale di cogliere la centralità di un’assemblea di autogestione, orizzontale e basata sul consenso.
Non esistono “persone e associazioni che fanno cose utili”, ma un unico Spazio in cui chi condivide un’inguaribile desiderio di libertà fondato sull’antirazzismo, l’antisessismo e l’antifascismo può trovare espressione e la cui forma può essere descritta solo se insieme al suo contesto. 
Xm non viene attaccato per i suoi progetti e laboratori, ma per l’ideale politico di cui è fucina pratica e diffusore. L’attacco a Xm è un attacco alla possibilità che esistano realtà autogestite, alla possibilità di poter pensare un mondo diverso, agli strumenti che abbiamo e che ci diamo, agli strumenti che ci prendiamo, per lottare contro questo mondo. L’attacco a Xm24 non è un attacco solo a Xm (come diciamo da sempre), ma è un attacco in linea con quello che questo governo sta facendo, nell’ordine dell’oppressione di ogni forma di dissenso e di solidarietà.
La nostra opportunità sta nell’esistere ora e qui. E nel moltiplicare ora, qui e sempre le possibilità di ciò che è imprevedibile, l’opposizione all’assoggettamento di entità viventi, come di ogni cosa, al dominio di pochi.
Già nel 2013 i bandi erano considerati uno strumento inadeguato, anche dall’amministrazione stessa, invece oggi se ne torna a parlare. Perché non parlare invece di come riconoscere uno spazio complesso, basato su un’assemblea che è essa stessa luogo decisionale e di incontro, di cui le attività e i progetti hanno coscientemente deciso di essere parte? La convenzione firmata nel 2013 tra Comune e Comitato ESA andava in questa direzione, riconoscendo e tutelando l’autonomia decisionale dell’assemblea di Xm24. Lo abbiamo sempre detto che da quel traguardo non torniamo indietro. Perché non ripartire da lì?
La attivita’ in Xm24 non concorrono per uno spazio: sono lo Spazio! uno Spazio pubblico Autogestito
Xm24 resiste più attivo che mai, raccogliendo nuove forze al punto di strabordare. Senza un passo indietro e senza evitare alcun confronto purché parta dal riconoscimento della autogestione.
Spazio Pubblico Autogestito Xm24
http://www.ecn.org/xm24