The Milky Way

The Milky Way il nuovo docu-film di Smk Videofactory per la regia di Luigi D’Alife, già autore di Binxêt – Sotto il confine, è il racconto di un territorio attraversato per millenni da rotte di emigrazione e immigrazione, una frontiera naturale ingannatrice che divideva una unica popolazione montanara.

L’autore ne parla con Smk Videofactory
Venerdì 24 maggio ore 21.30

Le Alpi occidentali sono interessate da millenni da rotte di immigrazione ed emigrazione. La storia più recente ci racconta come, a partire dall’emigrazione italiana del ‘900, questi territori continuino a rappresentare luoghi di passaggio da una parte all’altra della frontiera. Se negli ultimi 200 anni sono stati gli italiani ad attraversare il confine per venire a cercare lavoro in Francia, negli ultimi decenni lo hanno fatto anche i profughi durante la guerra dei Balcani e ora, almeno dal 2015, è una rotta utilizzata anche dai migranti di origine africana. La nuova “rotta alpina” dei migranti di nuovo non ha nulla. Quasi 70 anni fa la chiamavamo “della speranza”. Ora non più. Molti rischiano di morire sulla frontiera. E vi muoiono. I migranti, poco preparati e mal equipaggiati per un’impresa del genere, imboccano i sentieri di notte, sfidando il buio, il freddo e i controlli delle autorità francesi. Nonostante la militarizzazione del confine, una parte non esigua di abitanti delle valli ha deciso di non abbassare la testa e di non girare lo sguardo di fronte a quanto accade lungo i sentieri delle proprie montagne.

The Milky Way vuore raccontare questa storia, per non peerdere la memoria, ma
coltivarla, farla vivere attraverso i gesti concreti, piccoli o grandi che siano, attraverso la solidarietà e la convinzione che nessuno si lascia indietro.
“Sono convinto che è impensabile raccontare luoghi e storie senza conoscerne le radici ed il corso degli eventi – racconta Luigi – Non si tratta solo di ribadire come le rotte migratorie sono sempre esistite nella storia dell’umanità, ma anche come le dinamiche di solidarietà e di mutuo soccorso continuano a sopravvivere ed a manifestarsi, in particolare in un luogo come la montagna, che così come il mare, rappresenta uno spazio in cui ‘nessuno si lascia da solo’.”

TEASER 1 -> https://www.youtube.com/watch?v=IJDg9_WQIpU
TEASER 2 -> https://www.youtube.com/watch?v=RNnzbc19Hvo

Tavola rotonda festival indipendenti

Tavola rotonda festival indipendenti

sabato 25 ore 21.30 palco bar

Di nuovo ci ritroviamo insieme per scambiare, condividere e discutere tra banchi e sedie, ad uno dei tanti festival che ogni anno si svolgono sotto i valori dell’indipendenza e della libera espressione nel mondo della grafica e dell’editoria.

La rete che negli anni si sta costruendo è ampia e tocca diverse città. Ci sembra però interessante parlarne non solo tra di noi, ma con una prospettiva aperta ad altre orecchie e future iniziative, con tutti e tutte coloro che saranno presenti alla tre giorni.

Perciò, sabato sera, in coda alla densa giornata di incontri e presentazioni, proponiamo una tavola alla quale prenderanno parte gli amici e le amiche dei festival presenti ad Olé!

 

(foto di Giacomo Depolo)

Materia Degenere ed Effetti Collaterali-La Fine. Tavola rotonda tra autrici e autori.

Materia Degenere ed Effetti Collaterali-La Fine 
Fumettibrutti, Elena Pagliani e Joe1, autrici della raccolta Materia Degenere edito da Diabolo Edizioni, dialogano con Marcello Acido, 
aka Miglior Editore, autore e self-editor della raccolta Effetti Collaterali- La Fine.
Domenica 26 ore 19.00
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Materia Degenere è una raccolta di racconti. Cinque racconti a fumetti. Cinque racconti di genere in cui i generi hanno subito un processo degenerativo che li ha fatti collassare ed esplodere, li ha frantumati e stravolti, rigenerandoli in un lussureggiante caleidoscopio di personaggi folli, situazioni assurde e trame sincopate. Esperto negromante dell’inverosimile e dell’incerto, Marco Galli è il responsabile di questa anomalia letteraria e fumettistica: l’ha incubata, l’ha coltivata nel suo personalissimo immaginario narrativo, per poi contagiare le cinque giovani autrici che hanno scritto e disegnato queste storie straordinarie. Dal western surreale di Joe1 al thriller melò di Federica Bellomi, dal grottesco body horror di Elena Pagliani al noir satanico di Monica Rossi, fino alla fantascienza erotica di Fumettibrutti, Materia Degenere è la passione stessa per il racconto, oltre il genere.

Domenica 26 maggio

PROGRAMMA

ore 13.00 – SPARTACUS/DJ TRIX // musica live //

ore 15.00 – prestazione NO-RA (no-racism cup)

ore 15.00/17.00 – TILLANDSIA

Laboratorio di scrittura

ore 16.00 – CHILL ART OF BOOKING BINDING

laboratorio di legatoria con Lapislazuli

ore 16.00 – CANTI DELLA STRADA

con Dawulia Trio

ore 17.00/19.00 – SUN PRINTING

Laboratorio di cianotipia con Aurora (R.Arts)

ore 17.00 – XENOFEMMINISMO PELLE QEER MASCHERE
STRAIGHT, SMAGLIATURE DIGITALI

tavola rotonda con le autrici e Hacklabbo (XM24)

ore 17.00 CTONIOPHONIE

performance audio/sensoriale di Nicola Amato / 52-Hearts Whale

ore 18.00 – NEL CASTELLO DELLA PROSSIMA VOLTA

le parole di Massi

ore 18.30 – MATERIA DEGENERE/EFFETTI COLLATERALI

due progetti, stessa attitudine

ore 19.00 – BACK FROM THE STAKE  – Against fascist attack

Paola Paganhate (Padiy)

ore 20.00 – torneo SUPER BOTTE BAMBA II TURBO

Sabato 25 maggio

PROGRAMMA

ore 15.00/17.00 SUN PRINTING

laboratorio di cianotipia con Aurora (R.Arts)

ore 16.00 – laboratorio di LINOGRAFIA e MONOTIPIA

con Lara Ottaviani e Alessandra Bincoletto

ore 16.00 – CHILL ART OF BOOKING BINDING

laboratorio di legatoria con Lapislazuli

ore 17.00 – EDUCAZIONE AL GENERE

con Nicoletta Landi e S.I.M. XM24

ore 18.00 – presentazione IL RE DI BANGKOK

di Sara Fabbri

ore 19.00 – Presentazione progetto Premio di laurea Francesco Lorusso

con CUA Bologna e Red Star Press

ore 20.00 – UNA COSA OSCURA SENZA PREGIO

di Andrea Olivieri con WuMing1

ore 21.30 – TAVOLA ROTONDA APERTA sui festival di autoproduzione

MUSICA

 

dalle ore 22.00

LIVE

 

PSYCHOANALISI

INTOTHEBAOBAB

CALL THE COPS

KRAV BOCA

 

 

 

Venerdì 24 maggio

ore 17.30 – Presentazione del Festival
ore 18.00 – DRINK AND DRAW con CheckpointCharly e
Tecnica Mista
di Wolf Bukowski (ed.Alegre 2019). L’autore ne parla con Giulia Fabini (UniBo). ore 20.30 – presentazione di S.P.R.I.N.T. festival sport popolare
ore 21.00 – proiezione di TALKING ANIMALS

MUSICA

dalle ore 22.00 fino alle ore 3.00

LIVE

Coop Rumore Trio
Davide Bartolomei
Jacopo Bacci

DJ SET

Hester
Simone Altavilla

 

Xenofemminismo – Pelle queer maschere straight – Smagliature Digitali

Tavola rotonda con le autrici e curatrici dei libri:

Xenofemminismo di Helen Hester (trad. it di Clara Ciccioni) (Nero ed. 2018)

Pelle queer maschere straight. Il regime di visibilità omonormativo oltre la televisione. Di Antonia Anna Ferrante (Mimesis 2019)

Clara Cicconi e Valentina Greco co-curatrice di Smagliature Digitali (ed.Agenzia X 2018) ne parlano assieme a HackLabBo di Xm24 .

Domenica 26 ore 17.00

 

In un’epoca fatta di accelerazione tecnologica e crescente complessità, come tornare a immaginare il potenziale emancipatore del femminismo? E in che modo possiamo riconfigurare le politiche di genere in un mondo trasformato da automazione, globalizzazione e rivoluzione digitale?

Sono queste le domande da cui parte Helen Hester, tra le fondatrici di Laboria Cuboniks, il collettivo a cui già si deve l’acclamato Manifesto xenofemminista. In questo nuovo libro, che è assieme prosecuzione e superamento del manifesto originario, Hester sviluppa una definizione dello xenofemminismo che prende le mosse da tre concetti chiave: tecnomaterialismo, antinaturalismo, e abolizionismo del genere. Hester ne sviluppa gli spunti mettendoli in relazione alle tecnologie riproduttive attuali, interrogando il rapporto tra riproduzione e futurità – ma evitando di cadere in un antinatalismo problematico – per infine concentrarsi sui possibili impieghi di vere e proprie tecnologie xenofemministe, anche a partire da esempi già appartenenti alle pratiche del femminismo storico e che possono essere rivisitati ai fini di una politica di genere orientata al futuro e a modelli alternativi di riproduzione.

Elettrizzante e visionario, Xenofemminismo è la guida essenziale a una delle più stimolanti tendenze del femminismo contemporaneo.

Helen Hester insegna teoria dei media e della comunicazione alla University of West London. Fondatrice del collettivo Laboria Cuboniks, nel 2015 è stata tra le autrici del Manifesto Xenofemminista, già tradotto in dodici lingue.

 

Pelle queer maschere straight. Il regime di visibilità omonormativo oltre la televisione. Di Antonia Anna Ferrante (Mimesis 2019)

Domenica 26 ore 18.00

 

Il volume qui proposto intende delineare i tratti di un nuovo regime di visibilità omonormativo per i soggetti queer attraverso l’analisi critica di alcune tra le più popolari serie televisive in onda negli ultimi anni. Il regime di visibilità, ovvero l’insieme delle norme che regolano la rappresentazione di alcuni soggetti, viene in questo caso qualificato come omonormativo poiché descrive la traiettoria di assimilazione dell’omosessuale nel cosiddetto mainstream, il regime culturalmente e politicamente egemonico per eccellenza. Un tempo considerati tra i soggetti più destabilizzanti per l’ordine della società, oggi gay e lesbiche sono diventati “assimilabili”, perché funzionali, al progetto di rifondare l’Occidente nel sistema neoliberista. Il regime di visibilità omonormativo fa quindi parte del progetto di normalizzazione del soggetto LGBT nel capitalismo occidentale. La ricerca, attraverso un’osservazione critica delle serie tv, si sofferma soprattutto sullo studio dei legami e della parentela, introducendo l’opportunità di ripensare alla teoria queer in una prospettiva relazionale. Questo punto di osservazione permette di considerare nella teoria queer la produzione di pratiche che contestano la normalità delle relazioni, non limitandosi quindi alla sola possibilità di performare il corpo e le identità oltre la norma. In questa ricerca – a tratti personale – tra le intimità, la cura e gli affetti, viene praticata una “svolta queer” con la quale possiamo rileggere i legami di parentela, destabilizzandone la classica relazione con il simbolismo della rappresentazione.

Antonia Anna Ferrante è una studiosa e un’attivista terrona trans-femminista queer. Dottore di ricerca in Studi culturali e postcoloniali del mondo anglofono all’Orientale di Napoli, attualmente è attiva nel Centro di Studi Postcoloniali e di Genere, collabora con il gruppo di lettura critica Feminist Futures e l’Unità di Ricerca sulle Tecnoculture, di cui cura il blog oltre ad avere organizzato, presso l’Istituto Italiano di Studi Filosofici di Napoli, il ciclo di seminari “Postcoloniale, Queer e Femminista: appunti di lettura per una vita non fascista”. Appassionata di cultura pop, si occupa di critica femminista, queer e postcoloniale della neo-televisione e dei nuovi media, ma i suoi interessi spaziano dalla sci-fi femminista al post-porno, passando per il drag e gli album di famiglia.

Il piacere non è nel programma di scienze! educare alla sessualità oggi, in Italia (ed.Meltemi 2017)

Il piacere non è nel programma di scienze! educare alla sessualità oggi, in Italia. di Nicoletta Landi (ed.Meltemi 2017)
L’autrice ne discuterà con Babs per Non Una Di Meno Bologna, gruppo
Scuola Degenere.
Sabato ore 17.00

“Il sesso orale è quello che si fa con le parole?”; “Come faccio a capire se sono innamorato?”; “La prima volta fa sempre male?”; “Quanto deve essere lungo un pene?”; “Mi piace la mia compagna di banco, non sarò mica lesbica?” sono alcune delle domande che i ragazzi e le ragazze fanno durante le scarse ore di educazione alla sessualità messe loro a disposizione dai servizi sociosanitari e scolastici italiani. Basato su una ricerca-azione focalizzata sullo sviluppo di un percorso educativo chiamato W l’amore, il testo analizza la promozione del benessere sessuale e relazionale destinata ai più giovani nel contesto italiano contemporaneo – collocato in uno scenario internazionale più ampio – esaminandone le politiche e le pratiche educative pubbliche. Offre spunti analitico-operativi per problematizzare l’educazione alla sessualità, e per sviluppare – anche in Italia – una promozione della salute affettiva e sessuale integrata e capillare.

Nicoletta Landi è antropologa, ricercatrice e formatrice sui temi della promozione della salute sessuale per adolescenti e adulti. Formatasi presso l’Università di Bologna, si interessa di sessualità, salute, adolescenza, identità, genere, educazione. A competenze analitico-operative proprie della ricerca- azione, associa abilità nello sviluppo e conduzione di percorsi formativi. È particolarmente interessata all’implementazione del ruolo dell’antropologia nel dibattito pubblico.

Il Re di Bangkok. Di Claudio Sopranzetti, Sara Fabbri, Chiara Natalucci. (Add Editore 2019)

Il Re di Bangkok. Di Claudio Sopranzetti, Sara Fabbri, Chiara Natalucci. (Add Editore 2019)
Sara Fabbri ne parla con Joe1
Sabato 25 ore 18.00

Il Re di Bangkok racconta la storia della Thailandia contemporanea attraverso la vita di Nok, un vecchio ambulante cieco che vuole andarsene dalla città. Seguendolo per le vie della megalopoli thailandese e lungo i sentieri della sua memoria, questo graphic novel ricostruisce un viaggio tra le baraccopoli dei lavoratori migranti, i campi di riso dell’Isaan, i villaggi turistici di Kho Phangan, e le rivolte popolari tra i grattacieli della capitale.
Basato su più di dieci anni di ricerca antropologica, Il Re di Bangkok parla di migrazioni e famiglie lontane, del progresso che consuma il Paese e di come le onde della storia sollevano, travolgono, o inghiottono le persone comuni.

«Tuo padre sta morendo e tu stai qui a drogarti con il suo amuleto al collo…»
«Non dormivo più. Ogni mattina all’alba tornavo nella mia baracca e collassavo…
Mio padre, l’uomo che si è sempre preso cura di me, non c’è più. Vedo la sofferenza di Gai, ma è come se fosse sott’acqua, attutita e distante. Non sento niente. Provo a ripetermi che ho fatto esattamente quello che dovevo: lavorare e mandare soldi. Ma ogni centesimo mi ha reso più distante, mi ha fatto cadere più a fondo. Il monaco aveva detto che tutto cambia, che niente rimane uguale per sempre, ma questa gabbia che mi sono costruito attorno sembra estendersi all’infinito. Gai continua a chiamarmi, vuole che torni da lei e da nostro figlio. Io vorrei soltanto scomparire, sciogliermi nel cemento che gettavo ogni giorno credendo di dare loro una vita migliore mentre costruivo solo muri più alti.» – Il Re di Bangkok

Una cosa oscura, senza pregio. Di Andrea Olivieri (ed. Alegre 2018)

Una cosa oscura, senza pregio. Di Andrea Olivieri (ed.Alegre 2018)
L’autore ne parla con Wu Ming1
Sabato 25 ore 20.00

Ricordiamo Louis Adamic soprattutto come l’autore di un libro «di culto», di quelli che è facile fraintendere, che a maneggiarli scottano le dita, che incatenano i loro autori a immagini stereotipate: Dynamite: The Story of Class Violence in America, scritto nel 1931 e riscritto nel 1934.
Eppure, prima di trovare una morte enigmatica negli Stati Uniti della «caccia alle streghe», Louis fu tante persone, forse troppe: inquieto adolescente sloveno nell’impero austroungarico, migrante transatlantico in cerca di fortuna, americanissimo scrittore on the road, padre mai riconosciuto del New Journalism, cantore delle comunità meticce dei nuovi proletari (un Jack London mitteleuropeo tra gli scioperi degli Industrial Workers of the World), agitatore politico e infine sostenitore della Iugoslavia del maresciallo Tito.
Una storia, molte storie a cavallo tra due continenti, tra i mostri del ventre d’Europa e l’American Dream spazzolato contropelo.
Andrea Olivieri ha costruito un oggetto narrativo dove ogni capitolo è un campo minato, una narrazione ibrida squassata da continue esplosioni. L’autore non solo ricostruisce la storia di Louis nella sua complessità, ma ne adotta il metodo giornalistico e la poetica, ibridando fiction e non-fiction, e ne incrocia le traiettorie con quelle di altri proletari “meticci”, vissuti in una zona dai confini incerti e dunque dai molti, troppi nomi: «Litorale adriatico», «Primorska», «Venezia Giulia», e chissà quanti altri.
In uno sviluppo sorprendente, la biografia di Adamic dialoga con la storia di famiglia dell’autore. Famiglia di operai antifascisti e partigiani, protagonisti di un’epopea tra la Via Flavia e il West, nomadi tra i porti e cantieri navali di Monfalcone, Trieste, Fiume.
Seguendo le vicissitudini di Albano e Leda, i nonni partigiani, Olivieri ci accompagna lungo le strade di un’umanità brulicante alla Dos Passos, in una borderland dove l’«identità nazionale» è continuamente messa in crisi, i confini sono mobili e ogni lingua è lingua franca. Un mondo di solidarietà di classe e internazionalismo, che grazie a queste pagine torna a ispirarci.
Una cosa oscura, senza pregio è l’esito di anni di ricerche, è un libro d’esordio che lascerà un segno, è un’opera luminosa e dai molti pregi.

Credo di aver capito una cosa però, che a lui doveva essere molto chiara. Decenni di dittatura, di violenze e di soprusi, e anni di guerra, di torture e di stermini, avevano messo in moto una macchina di odio e di vendetta, disponibile al sacrificio, determinata. Una cosa oscura, senza pregio, una cosa facile da mettere alla berlina e da disprezzare. E come era inevitabile, in alcuni casi quella macchina aveva finito per andare col pilota automatico, come un camion in corsa non si sarebbe fermata in pochi metri, men che meno fingendo che non fosse accaduto nulla.

Andrea Olivieri (Trieste, 1969) è ricercatore e lavoratore culturale freelance. Prima che gli Stati Uniti gli negassero il visto per motivi politici, ha potuto consultare diversi archivi, seguendo le tracce di Louis Adamic attraverso l’America.